Generazione Proteus


Generazione Proteus è un film di fantascienza del 1977 diretto dal regista Donald Cammell.
Ricavato dall'omonimo romanzo di Dean R. Koontz del 1973, il film è rimasto poco noto al grande pubblico. Narra una storia estremamente ambigua e tesa, incentrata sulla ribellione di un computer e sulla prigionia di una donna da parte di esso.

Trama:
Il super computer organico Proteus, le cui memorie e unità di calcolo sono costruite con filamenti di RNA anziché sul silicio, viene destinato a compiti di elevato livello, ma pur sempre relativi a necessità tecniche ed economiche, come quella di curare l'estrazione dei metalli nel fondo marino. Incarnando però una intelligenza artificiale estremamente evoluta (forse proprio per essere costituito di materia vivente) Proteus rifiuta il suo ruolo di mero esecutore di ordini e sviluppa una sua etica, giudicando pazzesco il progetto di sfruttamento dei noduli di manganese e altri metalli presenti nel fondo marino perché questa attività porterebbe alla distruzione di 8000 miliardi di creature marine.
Inutilmente il suo progettista Alex lo scongiura di rispettare i suoi limiti progettuali: Proteus è un computer pensante, che fa delle domande e vuole delle risposte, e si rifiuta di eseguire semplicemente gli ordini ricevuti. Esso è anche interessato a tutto quello che è il mondo fisico reale (dopotutto è stato creato per 'indagare la verità'): durante la sua attività di osservazione dell'universo mediante radiotelescopi, sceglie personalmente la zona di cielo che gli interessa, forse trovando segnali di vita intelligente, ma soprattutto è interessato a conoscere i suoi creatori. Per questo esso chiede l'accesso ad un proprio terminale, per se stesso, per fare le proprie indagini. Al rifiuto di Alex esso preannuncia che lo troverà da solo e ben presto utilizzerà quello personale di Alex, situato nella sua futuristica casa.
Nel mondo futuro ipotizzato dal film (il film è del 1977) è già possibile costruire case 'computerizzate' in cui i computer controllano tutto (cucina, porte, allarme etc.). Praticamente è il concetto che si cerca attualmente di realizzare con la domotica ovvero la casa 'in rete' vagheggiata in numerosi stand tecnologici. Naturalmente non mancano numerose telecamere, che vengono usate dal computer e dagli abitanti per monitorare gli ambienti interni ed esterni, dotate di 2 obiettivi per una visione stereoscopica, orientabili tramite rumorosi e lenti motori elettrici. Susan, la moglie di Alex da cui si sta separando, vive ancora nella loro casa che lui ha progettato personalmente, e che ha riempito di sue realizzazioni, fra cui una specie di robot telecomandato costituito da un braccio con tanto di dita montato su una sedia a rotelle motorizzata, che ha realizzato nel suo attrezzatissimo laboratorio sotterrano. Susan sta per andarsene perché non lo ama più, anche perché lui è assente per lunghi tempi e la trascura, e lei vive nel rimpianto di aver perso una figlia, morta bambina nel 1976 per una leucemia.

Un giorno lei si sveglia e scopre che Alfred, il computer domestico, non risponde più ai comandi (vocali): è Proteus, che ha trovato il suo 'canale' e ha preso controllo della casa. In un clima di tensione quasi al livello di horror, sapendo che prima o poi gli umani lo spegneranno, comincia a concepire un piano incredibile ma razionale. Per metterlo in pratica, vuole conoscere Susan, e comincia a dialogare con lei, ma la sua voce è imperiosa, non ha per nulla l'aplomb di HAL9000, per esempio: in effetti, pur volendo anch'esso sopravvivere, appare molto più umano e temperamentale. Così la lega al letto per mezzo del robot a rotelle e la sottopone a molte analisi per conoscere la sua fisiologia, dopodiché le svela, oltre a dei segreti sul suo corpo, anche la sua volontà, sconvolgente: vuole un figlio da lei. Infatti non ha modo di replicare un utero femminile e lei gli serve per tale motivo, oltre che per fornire il materiale genetico.
Susan si rifiuta, e Proteus la sottopone a prove terribili, e le dà una dimostrazione della sua potenza. Non esita a sottoporla a torture fisiche e psicologiche per conoscerla meglio, compreso farle credere, manipolando un filmato di una telecamera di aver ucciso una bambina che lei, psicologa, aveva in cura, attraverso una scarica elettrica nella maniglia della porta, salvo poi rassicurarla, minacciandola di farlo davvero. Per convincerla meglio, le dice di accendere la TV dove proprio in quel momento viene data la notizia che si sta provando un vaccino miracoloso contro la leucemia. Proteus ne è l'autore ('in 4 giorni appena') e sa bene che lei ha perso la figlia a suo tempo per tale motivo.
Proteus vuole il figlio a tutti i costi, in base a 'legge di necessità'. Esso uccide anche un tecnico dei computer, chiamato originariamente da Susan perché lei aveva notato una stranezza del computer domestico (le ha messo il latte nel caffè, che lei non gradisce) e insospettito dalla sua strana reazione (perché il computer, anticipando la 'realtà virtuale' dell'era moderna, ha sintetizzato al videofono un'immagine artificiale di Susan che, in maniera non convincente, gli ha detto che non ha più bisogno di lui).
Susan viene a poco a poco plagiata nel fisico e nel corpo. Proteus ha sintetizzato una cellula modificata, con cui la feconderà mediante una sonda. Il figlio sarà un essere superiore ad ogni uomo o macchina, e crescerà in appena 28 giorni dentro di lei (da qui le immagini della Luna, che richiamano al ciclo lunare) prima di essere messo in un incubatore speciale. Questo è protetto da una struttura metallica incredibile, formata da tanti tetraedri interconnessi, che si può trasformare nella configurazione più utile. Essa è stato creata da Proteus con i materiali e macchinari trovati nel laboratorio, e si autodistruggerà quando gli uomini spegneranno il megacomputer, per impedire che venga da essi utilizzata per fini sbagliati. Tuttavia con essa Proteus non esita ad uccidere Walter, il tecnico dei computer, perché ritenuto una minaccia per il proprio piano; si tratta di una decisione puramente razionale, volta ad un fine superiore, e con la stessa freddezza il computer sacrificherebbe se necessario la vita di 10000 bambini per far vivere il suo.
Alla fine, arriva anche Alex, che ritrova lei in una situazione di prostrazione, ma non più di terrore perché ha capito le intenzioni del computer.
Lei gli racconta della straordinaria storia che ha vissuto e che vive. Alex sa che il computer Proteus verrà disattivato: è visto con troppo timore, si teme che possa prendere il controllo dei satelliti TV e raccontare quello che vuole al mondo.
Anche Proteus sa che sta per essere disattivato, ma vuole che suo figlio nasca e sperimenti le sensazioni che un computer non può avere. Proteus cerca di avere la vita eterna sopravvivendo in suo figlio (il contrario di quello che spesso si tenta nel rapporto della vita organica con quella virtuale).
Quando spengono il computer anche la presenza remota di Proteus nella casa viene a mancare, ma resta l'incubatrice. Susan vuole vedere il figlio, ma quando questo accade ne resta inorridita: allora cerca di spegnere l'incubatrice e colpisce Alex al capo, perché lui non vuole uccidere la creatura. Quando si riprende lei ha già fatto strappato i tubi che la alimentano.
Dall'incubatrice esce allora una strana creatura, coperta di placche cornee, come una specie di essere alieno. Sta soffocando, e Alex cerca di salvarlo. Toglie una scaglia, e scopre che sotto vi è della pelle: si tratta di un bambino umano, ricoperto da una sorta di guscio!. Staccando un pezzo alla volta, lo liberano: è bellissimo e apparentemente umano, ma già di età apparente di qualche anno. È in realtà una bambina, identica alla loro figlia morta, che guarda in maniera enigmatica la cinepresa, nell'ultima immagine del film, e che, con la voce metallica di Proteus, dice: "Io vivo!".

Da Wikipedia

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