Comunicazione

Autore: Luis Sepùlveda
Titolo: Patagonia Express
Editore: Guanda
Collana: Le fanici tascabili
Euro 7,50 IBS.
"Che fanno due cani quando si incontrano per la prima volta? Non latrano, non uggiolano, non dicono nulla, si limitano ad annusarsi il posteriore, a volte fermi, altri girando. Non fanno che questo, annusarsi il posteriore senza pensare a contratti o a condizioni. Alla fine diquesto rituale, così semplice decidono se si attaccheranno, se ciascuno continuerà per la sua strada dimenticando l'altro o se, insieme, imboccheranno un sentiero che li porterà fino all'inferno".




Biografia:
Luis Sepúlveda, cileno errante, scrittore tradotto in almeno una quindicina di paesi, si è da poco trasferito in una casetta ai margini della Foresta Nera, pur conservando la vaga residenza "tra Amburgo e Parigi", come si legge sulle copertine dei suoi libri. Oggi potrebbe rientrare in Cile, che lasciò nel 1977 per l'esilio, ma non ne sente alcun bisogno. I primi passi da scrittore li ha mossi al liceo di Santiago, dove pubblicò qualche poesia sul giornalino dell'istituto. Ma decise subito di mettersi in proprio, scrivendo e ciclostilando racconti pornografici che poi vendeva ai compagni di scuola. Di lì a poco, si sarebbe dedicato a ben altro genere di narrativa. Nel 1964 entrò nella Gioventà comunista cilena, e i suoi racconti e poesie divennero celebri nelle riunioni sindacali, in scioperi e manifestazioni. Gli scrittori seri lo snobbarono, per poi attaccarlo con disprezzo.
Ci rimasero molto male quando Luis Sepulveda, nel 1969, vinse il Premio Casa de Las Américas con la raccolta di racconti Crónicas de Pedro Nadie.
E arrivarono gli anni della militanza totale, che per molto tempo avrebbe tenuto Sepulveda lontano dalla macchina per scrivere. Sempre nel 1969, vinse una borsa di studio per l'università Lomonosov di Mosca, l'ateneo della nomenklatura.
Dal 1973, Luis Sepúlveda era entrato nella struttura militare del Partito socialista, diventando anche membro della guardia personale di Allende. Il giorno del colpo di stato stava sorvegliando un acquedotto che si temeva potesse essere fatto saltare con la dinamite.
Il 5 ottobre, all'indomani del suo compleanno, fu catturato.
Nel 1976 la sezione tedesca di Amnesty International aveva lanciato una serrata campagna per la liberazione di Sepulveda, suscitando un vasto clamore che alla giunta militare cilena fece saltare i nervi. Non era più possibile eliminarlo in silenzio, e alla fine decisero di liberarsi da quei "calunniatori tedeschi" concedendo gli arresti domiciliari. Dopo quasi tre anni, Luis Sepúlveda tornava a vedere il tanto agognato oceano, con molti denti in meno e cinquanta chili di peso.
Andò a Valparaíso, per organizzare uno sbarco di armi, che si sarebbe rivelato l'ennesima invenzione dei dirigenti in esilio. Ma nella città portuale riscoprì la vecchia passione, il teatro, improvvisando rappresentazioni clandestine contro la dittatura. Tempo un anno, e fu ricatturato. Condanna: ergastolo.
E nel frattempo, era stato emanato il famoso decreto 504, che permetteva in alcuni casi specifici di trasformare la pena in esilio, una legge approvata con l'unico intento di evitare l'esplosione delle carceri, sovraffollate oltre ogni limite immaginabile.
Il 17 luglio del 1977 gli fu permesso lasciare il Cile. Rimase per poco tempo in Argentina, poi il Brasile e finalmente per arrivò a Quito, Ecuador. E qui Sepulveda conobbe un mondo che tanta influenza avrebbe avuto nei suoi destini di scrittore, oltre che di militante totale ed estremo in favore di una natura saccheggiata. Per sette mesi visse nella selva amazzonica con gli indios shuar, di cui ha imparato la lingua e il rispetto per i delicati equilibri della Madre Terra. Da quell'esperienza, anni più tardi, avrebbe tratto il suo libro di maggior successo internazionale, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore.
Tratto da riflessioni.it

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