C'era una volta.... la fanteria d'arresto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.La Fanteria d'Arresto era una specializzazione della Arma di Fanteria dell'Esercito italiano. Fu istituita nel 1962, per trasformazione dei precedenti Battaglioni da posizione via via creati a partire dal 1951 al fine di presidiare le opere di difesa permanenti, poste lungo il confine tra l'Austria e la Jugoslavia, in previsione di un attacco delle truppe del Patto di Varsavia. La Fanteria d'Arresto fu definitivamente sciolta nel 1993 con la fine della Guerra fredda.
Il sottoscritto ha prestato servizio in quel di San Lorenzo Isontino, in forza al 63º Battaglione Fanteria d'Arresto "Cagliari" come autiere. Successivamente in forza presso il battaglione Nembo, il Torino ed il Cuneo.
Ho trasportato munizioni, esplosivi e uomini per una anno intero.
Un anno indimenticabile.
Durante gli anni della Guerra Fredda, nella situazione a schieramenti contrapposti Patto Atlantico - Patto di Varsavia venutasi a creare e che ha caratterizzato tutto il secondo dopoguerra sino alla caduta del muro di Berlino, l'Esercito italiano era orientato, soprattutto, alla difesa delle frontiere orientali. Le 25 Brigate istituite nel 1975, progressivamente poi ridotte di numero (erano già 19 nel 1991!) erano sotto il comando operativo di Corpi d'Armata e di Comandi di Regione Militare. In particolare, del 5º Corpo d'Armata di Vittorio Veneto per le unità di prima schiera, del 4º Corpo d'Armata di Bolzano per le truppe alpine e del 3º Corpo d'Armata di Milano per le unità della riserva di scacchiere, ai quali, in caso di crisi o di conflitto, si sarebbe sovraordinato il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa di Verona, ente retto da un generale Est (Patto di Varsavia), di bloccare o comunque ritardare l'avanzata nemica, permettendo all'Esercito italiano di organizzarsi per la successiva difesa.
Lo scopo veniva raggiunto, in cooperazione con altri Reparti Mobili, con l'ausilio di fortificazioni permanenti, dette "opere", composte principalmente da cannoni anticarro (dette postazioni P), mitragliatrici (dette postazioni M), posti di osservazione e posti di comando. Tali opere (vedi anche la voce bunker), costruite anche con fondi NATO, erano dislocate nel Friuli-Venezia Giulia e si estendevano dal confine con la ex Jugoslavia (ora Slovenia) sino al fiume Tagliamento, da est verso ovest e dal Passo di Tanamea alla zona compresa fra la foce del Timavo e quella dell'Isonzo, da nord a sud.
Nella zona più a nord e seguendo il confine sino al Trentino-Alto Adige, operavano gli Alpini, con appositi Reparti di Alpini d'Arresto: i loro "sbarramenti" erano ricavati anche in opere, appositamente aggiornate, dei preesistenti Vallo Alpino e Vallo Alpino in Alto Adige. La maggior parte delle fortificazioni (dette opere in pianura e sbarramenti in montagna) era costruita attorno o in prossimità degli assi stradali più importanti e di importanti ponti stradali o ferroviari (ad esempio Ponte della Delizia e Dignano). Scopo principale della fortificazione permanente era di sostenere lo sforzo di contenimento e di contrasto contro un eventuale invasore da parte delle unità corazzate e meccanizzate. In sostanza, la fortificazione avrebbe dovuto servire a: contenere le forze avversarie e comunque a rallentarne il movimento; incanalarle lungo assi che avrebbero favorito l'intervento delle Forze Armate italiane; costituire perno di manovra per le unità mobili della difesa; difendere e tenere zone particolarmente importanti per la difesa o chiudere assi di penetrazione secondari, attraverso i quali potevano essere tentate manovre di aggiramento o di alleggerimento.
La composizione delle opere era molto variabile a seconda della zona in cui si trovavano, del compito loro affidato, del tipo di avversario che avrebbero dovuto contrastare (corazzato o motorizzato) e della morfologia
Con la fine della Guerra Fredda, la necessità di difendere la "porta di casa", la cosiddetta Soglia di Gorizia, perse in gran parte la sua valenza e tutte queste postazioni furono progressivamente smantellate: nel 1993 ne venne completata la dismissione.
Reparti:

Per quanto riguarda i Reparti che ne facevano parte, questa era la situazione subito dopo la ristrutturazione dell'Esercito italiano avvenuta nel 1975 - 1976:
"33º Battaglione Fanteria d'Arresto "Ardenza"
Brigata meccanizzata "Gorizia" (dal 1986: Brigata corazzata "Vittorio Veneto")
Dislocato a Fogliano Redipuglia era composto (al 1984) di quattro compagnie, dalla 1ª alla 3ª più una Compagnia Comando e Servizi, più un distaccamento a Perteole.
Decorato di Ordine militare d'Italia, di due Medaglie d'Argento al Valor Militare e di una Medaglia di Bronzo al Valor Civile. Il battaglione festeggia la battaglia della Bainsizza (23 settembre 1917) dove si guadagna la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Costituito il 5 maggio 1859, si scioglie il 30 novembre 1991 a Fogliano Redipuglia (GO). Motto: "Col sacrificio la gloria".
52º Battaglione Fanteria d'Arresto "Alpi"
Divisione Mantova (dal 1986: Brigata meccanizzata "Mantova")
Decorato di Ordine Militare d'Italia, Medaglia d'Oro, tre Medaglie d'Argento e tre di Bronzo al Valor Militare ed una al Valore dell'Esercito. Il battaglione festeggia la battaglia di Sidi Bilal in Libia (20 settembre 1912) dove si guadagna la Medaglia d'Oro al Valor Militare. In data 2 gennaio 1919 adotta la cravatta rossa, simbolo garibaldino, a ricordo dei Cacciatori delle Alpi dai quali discende. Costituito il 17 marzo 1859, viene sciolto il 31 marzo 1993 a Cividale del Friuli (Ud) e ricostituito con funzioni addestrative a Portogruaro (VE), dove si scioglie definitivamente il 31 agosto 1996. Motto: "Obbedisco".
53º Battaglione Fanteria d'Arresto "Umbria"
Divisione meccanizzata "Folgore" (dal 1986: Brigata meccanizzata "Gorizia")
Decorato di Ordine Militare d'Italia, Medaglia d'Oro e tre Medaglie d'Argento al Valor Militare. Il battaglione festeggia la battaglia del Don in Russia (18 dicembre 1942) dove merita la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Costituito il 16 aprile 1861, si scioglie il 31 marzo 1993 a Pavia di Udine (Ud). Motto: "Sento in cuor l'antica Patria".
Il 53° btg. f.arr. "Umbria", costituitosi a Pavia di Udine il 1º ottobre 1976, deriva dal I° battaglione del 53° rgt. f.arr. "Umbria", che a sua volta era stato ricostituito a Jalmicco, frazione di Palmanova (UD) il giorno 1º luglio 1963. In origine, il Reggimento fu costituito in Palermo il 16 aprile 1861. Nel 1866 partecipò alla guerra contro l'Austria e nello stesso anno intervenne nella repressione delle insurrezioni in Sicilia (allora fu concessa alla Bandiera la prima Medaglia d'Argento al Valor Militare). Negli anni successivi, fino al 1870, partecipò in Sicilia alla repressione del brigantaggio e al soccorso delle popolazioni colpite dal colera. Nella prima guerra mondiale il Reggimento fu impegnato nel Cadore e successivamente, nel 1917, il III° Battaglione nella zona tra il Monte Spinoncia e la val Calcino. Nella seconda guerra mondiale, nel giugno del 1940, il Reggimento, inquadrato nella Divisione "Sforzesca", si schierò sulla linea di confine con la Francia. Su tale fronte si distinsero particolarmente il caporale Noè ed il sergente Macrì, entrambi decorati di Medaglia d'Oro al Valor Militare. Nel gennaio 1941 il Reggimento raggiunse il fronte greco-albanese ove si coprì di gloria in numerosi combattimenti. Su tale fronte venne concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare al maggiore Campana, comandante del III° Battaglione e la seconda Medaglia d'Argento alla Bandiera. Nel 1942 venne inviato in Russia ove, a Jagodnij, ottenne la terza Medaglia d'Argento alla Bandiera e per l'eroico comportamento durante il ripiegamento, la Medaglia d'Oro alla Bandiera. Decimato e sciolto, venne ricostituito il 13 maggio1943 per partecipare alla Seconda guerra mondiale. Sciolto nuovamente alla fine della guerra il Reggimento, come sopra detto, è stato ricostituito il 1º luglio 1963 e ha assunto la denominazione di 53° Reggimento Fanteria d'Arresto "Umbria", inquadrato nella divisione di fanteria "Folgore".
63º Battaglione Fanteria d'Arresto "Cagliari"
Brigata meccanizzata "Gorizia"
Decorato di due Croci dell'Ordine Militare d'Italia, due Medaglie d'Argento, una Medaglia di Bronzo ed una Croce di Guerra al Valor Militare. Il battaglione festeggia il combattimento di Polazzo (02/07/1915) dove si guadagna la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Costituito il 1º agosto 1862 si scioglie il 30 novembre1991 a S. Lorenzo Isontino (Go). Motto: "Procedere non recedere".

73º Battaglione Fanteria d'Arresto "Lombardia"
Divisione Ariete (dal 1986: Brigata Garibaldi)
Decorato di Ordine Militare d'Italia, Medaglia d'Oro, Medaglie d'Argento e una di Bronzo al Valor Militare, una Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito. Il battaglione festeggia il combattimento di Boschini, Rubbia e Nad Logen sul Carso (12/08/1916) dove si guadagna la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Dal 19 febbraio1920 adotta la cravatta azzurra, simbolo di fedeltà, onore e valore, a ricordo dei Granatieri di Lombardia dai quali discende. Costituito il 1º dicembre 1859 si scioglie il 10 ottobre 1986 ad Arzene (PN). Motto: "Acerrimus hostibus".
74º Battaglione Fanteria d'Arresto "Pontida" (quadro)
120º Battaglione Fanteria d'Arresto "Fornovo"
Brigata Isonzo (dal 1986: Brigata Garibaldi)
Decorato di Ordine Militare d'Italia, due Medaglie d'Argento e una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e di una Medaglia di Bronzo al Valor dell'Esercito. Il battaglione festeggia il combattimento di Porte di Salton (15 giugno 1918) dove si guadagna la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Costituito nel marzo del 1915 si scioglie il 30 novembre 1991 a Ipplis, frazione di Premariacco (UD). Motto: "Più forte del destino".
Il 120º Battaglione Fanteria d'Arresto "Fornovo", costituitosi a Ipplis di Premariacco il 1º ottobre 1976, deriva dal III° battaglione del 52° rgt. f.arr. "Alpi", che a sua volta era stato ricostituito (come fanteria d'arresto) a Tarcento (Ud) il 1º luglio 1963. In origine, come 120° Reggimento Fanteria "Emilia" fu costituito in Ravenna nel marzo del 1915, per partecipare alla prima guerra mondiale. Fu impegnato nella zona di Plava monte Nero, sul monte Mrzli e dopo la rotta di Caporetto, ritiratosi sempre combattendo sino a Fossalta di Piave (Ve), nella zona del monte Grappa. Il 15 giugno 1918, alle Porte di Salton, meritò alla Bandiera la Medaglia d'Argento al Valor Militare, mentre il Cap. Pantaleone Rapino venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria. Sciolto alla fine della grande guerra, venne ricostituito nel 1941 per partecipare alla seconda guerra mondiale: inquadrato nella 155^ Divisione Emilia, si schierò in Jugoslavia, con compiti di presidio. Il 14 e 15 settembre 1943, difende con grande tenacia la piazza marittima di Cattaro, in Dalmazia, dall'attacco di soverchianti forze tedesche. Il I° btg. si sacrifica al completo e permette al resto del 120° di imbarcarsi e di raggiungere le coste pugliesi. Per l'eroico comportamento viene decorato con una seconda Medaglia di Bronzo al Valor Militare e numerosi suoi militi vengono decorati con la Medaglia d'oro al valor militare (Cap. cpl. Edmondo Bruno Arnaud, Cap. cpl. Arturo Maira, Ten. col. spe Giuseppe Manzelli, STen cpl. Paolo Vannucci). Dopo varie trasformazioni, viene sciolto nuovamente nel 1945, alla fine della guerra. Come sopra detto, è stato ricostituito il 1º ottobre 1976 con nuova fisionomia organica e ha assunto la denominazione di 120° Battaglione Fanteria d'Arresto Fornovo, inquadrato nella brigata meccanizzata Isonzo.
Conclusione:
Tutti questi Reparti oggi non esistono più: la loro organizzazione consisteva fondamentalmente nei plotoni P.O. (Presidio Opere) e nei plotoni D.V. (Difesa Vicina).
Il plotone P.O. aveva come compito essenziale quello di raggiungere il più velocemente possibile l'opera ad esso affidata, di entrarvici e di presidiare la zona assegnata fino al sopraggiungere (eventuale) della Brigata di rincalzo e contrattacco.
Il plotone D.V. composto da fucilieri assaltatori, aveva al contrario come compito quello di difendere l'opera esternamente dagli assalti dei guastatori nemici e, una volta contrastato il primo attacco, eventualmente rifugiarsi all'interno dell'opera. Da qui il soprannome, alla Scuola di Fanteria di Cesano di Roma.

Post popolari in questo blog

Contact

QElectroTech

La giovinezza