I miniassegni degli anni 70

In Italia negli anni 1976 e 77, non potendo più sopperire ai resti con caramelle, francobolli e gettoni del telefono ai quali per l'occasione era stato riconosciuto da commercianti e clienti  il valore del costo, le banche emisero dei piccoli assegni circolari o al portatore di valori vari:

50 - 100 - 150 - 200 - 250 - 300 - 350 lire.
ll primo miniassegno in assoluto fu emesso dall' Istituto Bancario S. Paolo di Torino il 10 Dicembre1975 ed era da 100 lire




Complessivamente, furono interessate alla emissione 33 banche, per un totale di 835 tipi diversi. Tali miniassegni circolarono indisturbati e portarono alla soluzione di tanti piccoli problemi nei pagamenti e resti nei vari esercizi commerciali.
L'escamotage con cui le banche aggirarono il divieto di emettere moneta (prerogativa esclusiva delle banche centrali) fu quello di emettere dei veri e propri assegni circolari di piccolo taglio intestati ad enti e società; in teoria gli stessi sarebbero dovuti circolare con le varie girate dei soggetti che ne entravano in possesso, ma in pratica venivano scambiati di mano in mano come se fosse vera e propria moneta corrente.
Sui motivi della carenza di spiccioli ci furono diverse e fantasiose ipotesi. Ci fu chi parlò di una colossale manovra speculativa e chi di inefficienza da parte della Zecca. L'ipotesi più originale e popolare fu quella secondo la quale gli spiccioli venivano venduti in Giappone dove il metallo veniva usato per fare le casse degli orologi digitali che in quel periodo stavano invadendo il mercato. [senza fonte]
Tutto questo ebbe fine quando la Zecca di Stato passò in gestione al Poligrafico dello Stato che fu finalmente in grado di far fronte alle necessità monetaria di piccolo taglio.
Anche alcuni grandi magazzini emisero dei miniassegni sottoforma di "Buono Merce" e circolarono persino dei miniassegni falsi.

Alcuni Istituti di credito interessati:

  •     Banca Agricola Commerciale di Reggio Emilia,
  •     Banca Popolare di Matino e Lecce,
  •     Banca Antoniana,
  •     Banca Belinzaghi,
  •     Banca Calderari e Maggioli,
  •     Banca Cattolica del Veneto,
  •     Banca del Salento,
  •     Banca popolare del Montefeltro e del Metauro,
  •     Banca di Credito Agrario Bresciano,
  •     Banca del Friuli,
  •     Banca di Credito Agrario di Ferrara,
  •     Banca di Trento e Bolzano,
  •     Banca Industriale Gallaratese,
  •     Banca Popolare di Bergamo,
  •     Banca Popolare di Lecco,
  •     Banca Popolare di Milano,
  •     Banca Popolare di Novara,
  •     Banco di Chiavari e della Riviera Ligure,
  •     Banca San Paolo di Brescia,
  •     Banco di Napoli,
  •     Banco di Sicilia,
  •     Banco Ambrosiano,
  •     Banco di Santo Spirito,
  •     Banco Lariano,
  •     Cassa di Risparmio di Biella,
  •     Cassa di Risparmio di Cuneo,
  •     Cassa di Risparmio di Jesi,
  •     Cassa di Risparmio di Venezia,
  •     Credito Italiano,
  •     Credito Artigiano,
  •     Credito Varesino,
  •     Istituto San Paolo di Torino,
  •     Istituto Bancario Italiano,
  •     Istituto Centrale di Banche e Banchieri,
  •     Banca Provinciale Lombarda,
  •     Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane,
  •     Istituto di Credito delle Casse Rurali e Artigiane,
  •     Banca Sella.
Vennero emesse persino serie figurate, chiamate serie turistiche, chiamate così poiché vi erano stampate immagini o fotografie. Le serie figurate vennero emesse in quantità limitate ed a prezzi di vendita molto alti, rendendo così la collezione di miniassegni solo per pochi collezionisti.

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